Enogastronomia

Il pane Civraxiu, il pane tipico di Gonnosfanadiga

La cittadina fa parte del «Circuito Nazionale del Pane», di quelle città che ne hanno fatto una sorta di bandiera. E a Gonnosfanadiga ne hanno il pieno diritto: lì si produce il Civraxiu, un pane speciale che arriva direttamente dalle storie dell'antica Roma. Si dice infatti che, nell'anno 235 a.C. un soldato, il legionario romano di nome Ciro, e un ragazzo di nome Vargio con la semola di grano duro inventarono un buon pane. Gli abitanti della zona talvolta lo chiamava Ciro, talvolta Vargiu, altre volte Ciro-Vargiu o in modo abbreviato Ci-Vargiu, col tempo il nome divenne Civraxiu. Insomma questa è l'incipit della storia che si sviluppa così in secoli di bontà. Ecco come si prepara: «La sera prima si lavora la semola, circa un 40% dell'intero impasto, insieme al semolato, circa un 10% dell'intero impasto, per circa 15/20 minuti con un'impastatrice altrimenti circa 40 minuti se lavorato a mano, ottenendo così una pasta elastica e liscia». 

E così via, fase dopo fase, dopo che è stato lasciato riposare ben coperto per diverse ore che variano a seconda della temperatura esterna. «Lavorare il tutto nei contenitori in terracotta xifedda (pronunciato in "scivedda"). Una volta impastato il tutto è bene lasciarlo lievitare minimo due ore all'interno dello stesso contenitore di terracotta che manterrà così l'impasto caldo, coprendolo con dei teli lavati a mano con del sapone di Marsiglia. Il pane è un alimento delicato che, durante la lavorazione, assorbe qualsiasi tipo di odore o profumo, anche dei detersivi. Dopodiché si fanno le forme, lasciando lievitare anch'esse minimo un'ora all'interno di canestri, recipienti di giunco o materiali simili (parinedda) sempre coperte con i teli. Il nostro pane è pronto per essere infornato».

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