Il Territorio

Storia antica di Gonnosfanadiga: dalle origini al periodo medievale

Il territorio di Gonnosfanadiga, abitato sin dalla preistoria, testimonia la sua antica storia attraverso numerosi reperti e resti archeologici

Il territorio di Gonnosfanadiga presenta tracce di abitazioni risalenti al Neolitico antico, tra il VI e il IV millennio a.C. Le prime testimonianze certe di frequentazioni umane sono state individuate a Terra 'e Seddari, dove sono stati ritrovati i resti di almeno nove insediamenti. Nella regione di Pal'‘e Pardu, si trovano i resti di un Protonuraghe, uno dei più antichi nuraghi dell'isola, la cui struttura originaria era costituita da un profondo scavo sostenuto da massi sulle pareti, coperto poi da una struttura terragna.

L'epoca nuragica è ben rappresentata dai numerosi resti di nuraghi e tombe dei giganti. Una delle tombe più significative è quella di San Cosimo, riportata alla luce negli anni '80, e considerata una delle più grandi della Sardegna.

Nonostante manchino attestazioni certe del periodo fenicio, la vicinanza al mare e a colonie come Nabui (Santa Maria Neapolis) suggerisce possibili contatti con questi abili navigatori mediorientali.

Con l'arrivo dei Romani, circa due secoli prima di Cristo, il territorio di Gonnosfanadiga si arricchisce di numerosi ritrovamenti, tra cui monete, suppellettili e armi, nonché resti di fortificazioni, accampamenti e tombe. Quattro cimiteri romani sono stati individuati nella zona, evidenziando l'importanza del territorio in quel periodo.

Nel VI secolo d.C., con l'arrivo dei Bizantini, inizia l'evangelizzazione dei monaci greci. I toponimi e i resti di luoghi di culto testimoniano questa influenza religiosa, con esempi significativi come la chiesa campestre di Santa Severa.

Periodo medievale e rinascita sotto il dominio spagnolo

Nel medioevo, il territorio di Gonnosfanadiga era suddiviso in diversi villaggi, tra cui Bidda Atzei, Gonnos Fanadiga, Gonnos de Montangia e Aqua de Gonnos, che pagavano le decime alla Chiesa tra il 1341 e il 1359. Il centro di Serru era ancora abitato in quel periodo. Gonnosfanadiga faceva parte del Giudicato di Arborea, compreso nella curatoria di Bonorzuli e nella circoscrizione della diocesi di Terralba. Con la caduta del Giudicato nel 1420, il territorio passò al Marchesato di Oristano e, dopo la sconfitta degli arborensi nel 1478, sotto la dominazione aragonese.

La storia moderna di Gonnosfanadiga inizia a prendere forma con la dominazione spagnola (1479-1714). Durante questo periodo, il paese apparteneva alla contea di Quirra e dal 1603 al marchesato di Quirra. Grazie alla ricchezza del territorio e alla laboriosità degli abitanti, Gonnosfanadiga visse un periodo florido e sereno, contrariamente a molti altri centri che scomparvero. Nel XIX secolo, quasi tutte le famiglie erano proprietarie di terreni, con solo 35 su 700 famiglie prive di proprietà. L'agricoltura e l'allevamento erano le attività principali, ma erano molto diffuse anche le attività artigianali, con esportazioni di prodotti come formaggi, carni, frutta, lino e tessuti. Con l'abolizione del sistema feudale nel 1839, il paese fu riscattato dai Centelles, ponendo fine alla signoria feudale.

Il 17 febbraio 1943, durante la seconda guerra mondiale, Gonnosfanadiga subì un pesante bombardamento ad opera degli americani, causando oltre cento civili morti e numerosi feriti. Questo tragico evento lasciò un'impronta indelebile nella memoria collettiva dei gonnesi, segnando uno dei momenti più drammatici della storia del paese.

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