Il Territorio

Chiesa campestre di Santa Severa di Gonnosfanadiga

Chiesa di Santa Severa: un cammeo immerso nella natura

A Santa Severa, giovane quattordicenne romana resa martire durante l'Impero di Claudio II, è intitolato un piccolo santuario campestre a Gonnosfanadiga, la chiesa di Santa Severa, a circa un chilometro dal paese. Il luogo di culto appartiene alla diocesi di Ales/Terralba ed è sede dei festeggiamenti in onore della santa, che si svolgono ogni anno il lunedì di Pasquetta, attirando migliaia di visitatori. Il sito è raggiungibile comodamente a piedi, approfittando della passeggiata per godere degli stupendi paesaggi che il territorio offre. La sua costruzione si ipotizza abbia avuto inizio in epoca paleocristiana e nel corso degli anni ha subito numerosi restauri.

La Chiesa rinata grazie ai gonnesi

La chiesa di Santa Severa sorge su una collina, che ospita inoltre una necropoli romana, possiede una pianta a croce latina e una piccola navata di circa 10 metri che si ripartisce in tre elementi per la presenza di due lesene. Tutti gli ambienti presentano volte a botte e la travatura del tetto e in materiale ligneo, restaurato in più punti. La storia narra che all'inizio del XVIII secolo la chiesa di Santa Severa rischiò di essere demolita, tanto che arrivò anche la dissacrazione dell'edificio, ma gli abitanti del paese si opposero a tale destino e provvedettero a restaurarla, riportandola agli antichi splendori.


Nella foto: la chiesa campestre di Santa Severa di Gonnosfanadiga (Medio Campidano, Sardegna Sud-Ovest). Da provincia.mediocampidano.it.

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