Il Territorio

I dintorni: il ridente paese di Villacidro

a due passi da Gonnosfanadiga si trova l'antica Villacidro, già abitata in epoca preistorica e ricca di reperti risalenti al periodo nuragico e romano. Dopo il dominio aragonese e la conseguente lunga parentesi feudale, il paese è stato per breve tempo capoluogo di provincia

A pochi chilometri da Gonnosfanadiga si trova il ridente paese di Villacidro, eccellente esempio di adattamento dello sviluppo urbano alle caratteristiche dei luoghi. L’etimologia del nome non è del tutto chiara: se alcuni deriverebbe da "Bidda de is cirdius", ovvero "villaggio dei morti" con riferimento alle persecuzioni in epoca romana, per altri sarebbe da ricondurre a Orto de Cidro e successivamente Villaxidro. Secondo una leggenda popolare infatti il paese si sarebbe sviluppato attorno a un robusto albero di cedro.
 
Abitato fin dalla preistoria, il comprensorio di Villacidro vanta numerosi reperti del Neolitico e dell’età del rame, nonché importanti siti di epoca nuragica come Narti, Nuraxi, Cuccur'e crabas, Cuccuru muntoni e Genna uraxi. Sotto la dominazione romana Villacidro si espanse notevolmente, come testimoniano la necropoli e le due terme. Nel medioevo il paese, noto come Xedri de Leni, fu inserita nel Giudicato di Cagliari prima di finire sotto Pisa e sotto gli aragonesi, i quali affidarono il paese a vari feudatari come i Civiller, i Gerp e i Brondo. Nel 1720 subentrarono i Savoia che nel 1839 abolirono il sistema feudale; nel 2006 il paese fu scelto come capoluogo della neonata provincia del Medio Campidano che, comunque, ebbe vita breve e fu abolita nel 2016.

Villacidro è ricca di chiese ricche di storia: Santa Barbara, San Sisinnio, San Pietro, Nostra Signora e la chiesa delle Anime Purganti. Notevole anche il municipio in stile liberty, risalente al 1893 e progettato dall'ingegnere Enrico Pani. Nei dintorni si trovano la miniera dismessa di Canale Serci e numerose cascate: la celebre Sa Spendula coi tre salti, quella del rio Linas, quella di Piscina Irgas e quella di Muru Mannu.

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